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LEGGENDE UNIVERSITARIE


Esame di Fisica: il professore lancia un mazzo di chiavi allo studente e gli chiede: "Che tipo di moto è questo?" Lo studente rilancia le chiavi al professore e risponde: "Lo stesso di questo." 


Premessa. La formula cinematica della caduta dei gravi è h = -1/2 g t2. Il segno di questa formula dipende dal sistema di riferimento che si sceglie; se non si è coerenti, si rischia di descrivere una situazione in cui lanciando un oggetto esso va spontaneamente verso l'alto... 

Il professore chiede: "Mi scriva l'equazione della caduta dei gravi". L'allievo sbaglia il segno nel suo sistema di riferimento. Il professore lancia il libretto dalla finestra ed esclama: "Ora lo recuperi al piano di sopra e torni il mese prossimo!" 

Alcuni iscritti al newsgroup hanno riferito questo aneddoto ai seguenti professori: professor Candoni (Politecnico di Milano, esame di Fisica I), professor Quartapelle (Politecnico di Milano, esame di Fisica I), professor Liberatore (Ingegneria a Firenze, esame di Elettrotecnica). 


Professore: Mi faccia il ciclo di Carnot. 
Studente: (disegna un cerchio sul foglio) 
Professore: Hmmm... bene... ne faccia un altro vicino. 
Studente: (disegna un altro cerchio a fianco del primo) 
Professore: Bene... unisca i centri dei due cicli con una retta. 
Studente: (disegna la retta) 
Professore: Molto bene! Ora prenda il suo biciclo di Carnot e se ne vada. 


Un professore di Fisica è noto e temuto per le sue tremende domande sui flussi. All'esame si tiene il seguente dialogo: 

Professore: Immagini di trovarsi su un treno che viaggia a velocità costante, d'estate, senza l'aria condizionata, alle due del pomeriggio. Il finestrino è chiuso e c'è un caldo da scoppiare. Che cosa fa? 
Studente: Mi levo la maglia. 
Professore: Sì, ma c'è ancora caldo. Che cosa fa? 
Studente: Mi levo i pantaloni. 
Professore: Ma c'è ancora caldo. Che cosa fa? 
Studente: Mi levo anche le mutande, ma quel cazzo di finestrino non glielo apro neanche morto!" 

Varianti. In alcuni racconti questo dialogo avviene al secondo orale dello studente in questione, dopo che la prima volta è stato mandato via proprio per aver sbagliato il calcolo del flusso derivante dall'aver aperto il finestrino. In altri racconti la domanda non è sul flusso dell'aria, ma sulla variazione di entropia derivante dalla diminuzione di temperatura dello scompartimento. 


Uno studente di Matematica, figlio di un professore, deve sostenere l'esame di Fisica I con un collega del padre. L'esito sembra praticamente scontato, ma -- incredibile -- il giovane non sa proprio una benemerita mazza. Una domanda dopo l'altra, constatando la sua figuraccia incredibile in presenza di testimoni, il professore non sa proprio che cosa fare per dare quella promozione promessa. Alla fine ricorre a domande da terza media per far dare al ragazzo almeno una risposta: 

Professore: Allora prendiamo in considerazione un asse e poggiamolo su un...? 
Studente: ... 
Professore: ...fulcro, naturalmente. Abbiamo così una...? 
Studente: ... 
Professore: ...leva, come ben sai. Allora, se io metto un carico ad una estremità della leva, che succede? 
Studente (ormai scazzato da quel trattamento sfacciatamente di favore): Ci metto la briscola... 
Professore: MA ALLORA IO TI BOCCIO! 
Studente: Vabbeh, allora ci vado liscio. 


Il docente consegna allo studente una lampadina e gli domanda "Quanto consuma?" Lo studente legge le scritte sulla lampadina e dice "60 Watt." Il docente allora gli dice: "No, in mano sua non consuma proprio un bel niente. Ritorni la prossima volta." 

Attribuita a un docente di Elettronica del Politecnico di Torino. 


All'esame di Fisica lo studente, in stato confusionale, afferma erroneamente che l'accelerazione di gravità vale 9.81 cm s-2 (invece di 9.81 m s-2) e il professore gli dice: "Monti sul tavolo". Il ragazzo stupito chiede: "Come?" e il professore replica: "Monti sul tavolo." Il ragazzo, emozionato e intontito dalla pressione da esame, monta sul tavolo davanti a una quarantina di persone che seguono l'orale; il professore gli dice: "Salti!" Il ragazzo salta giù dal tavolo; il professore fa uno scatto come fosse stato colto da sorpresa e chiede: "Ma come? Già è atterrato?" 


All'appello di Diritto Costituzionale si presenta una figona in mini-minigonna (nota anche come "minigonna ascellare", in riferimento all'altezza a cui arriva l'orlo inferiore) e supertruccata. Il professore dopo averla squadrata le offre una sigaretta, e la sventurata accetta. A questo punto il professore le dice: "Citerò Omero: Addio, Troia fumante!" 

Riferita al professor Candoni (già citato) e ad altri professori di Roma (la Sapienza e Tor Vergata) 

Varianti. Questa è senz'altro una delle leggende più citate, tanto che viene perfino da pensare che potrebbe essere veramente accaduta da qualche parte. 
Esame di lingua latina: questa volta è la ragazza a chiedere di potersi accendere una sigaretta. Al che il professore traduce liberamente dall'Eneide: "Addio, Troia fumante", e la sbatte fuori. Secondo un'altra versione (Roma, università imprecisata), la donna fuma durante l'esame per calmarsi, senza risultato. 


Esame di anatomia, scena muta sugli organi genitali femminili. Il professore, sadicamente, dice con disprezzo allo studente: "Guardi, le do 20000 lire, lei stasera tardi va nella zona del porto e vedrà quante signorine le spiegano volentieri queste cose..." Lo studente incassa (in tutti i sensi) e torna all'appello successivo. Conquistato un soffertissimo 18 e firmato lo statino lo studente mette 10 sacchi in mano all'incredulo professore, commentando: "Sua moglie prende di meno." 

Accaduta a: Genova, facoltà di Medicina. Una variante è attribuita anche al professor Trevisan, Analisi per Ingegneria, Università di Padova. 

Varianti. Talvolta l'aneddoto è originato semplicemente da una frase di disprezzo del professore, del tipo: "Senta, lasci perdere tutto e vada a puttane che è l'unica cosa che può fare." Si sente anche raccontare con 10.000 lire invece che 20.000; secondo un'altra variante, lo studente dice al professore: "Per sua moglie bastano." 


Esame di Geometria. Dopo varie domande a cui lo studente non ha risposto la professoressa dice: "Mi disegni una retta sulla lavagna." Lo studente comincia ma poi si interrompe; la professoressa gli dice: "Continui e non si fermi." Lo studente obietta: "Ma prof., la lavagna è finita!" E la professoressa: "Continua lungo tutte e 4 le lavagne... continua così lungo il muro fino alla porta... esci e continua così fino a casa!" 

Sentita a Cagliari, Ingegneria Elettronica. Altre attribuzioni: professor Serpi, (Roma la Sapienza, esame di Fisica II), professor Villaggio (Pisa, esame di Scienza delle Costruzioni (?), fratello del noto attore e piuttosto malvoluto dagli studenti) 

Varianti. Lo studente se ne va, continuando effettivamente a disegnare col gesso sul muro. Tutti pensano che sia un gesto di stizza ma dopo qualche minuto si sente bussare dall'altra porta dell'aula (quella opposta all'uscita dello studente). Tutti ammutoliscono: la porta si apre e entra lo studente di prima, ancora col gesso attaccato al muro (l'edificio della facoltà aveva una pianta circolare); disegna la linea finché non si ricollega a quella da lui incominciata sulla lavagna e blatera qualcosa del tipo: "C'è chi dice che estendendo una retta all'infinito si ripieghi su se stessa formando un cerchio...". Secondo un'altra variante, a questo punto il professore ha promosso lo studente. 


Esame di Anatomia; il professor Oliva chiede allo studente: "Che forma hanno i testicoli?" e si sente rispondere: "I testicoli hanno forma di Oliva." 


Professore: È in grado di dirmi quale organo dei mammiferi riesce, una volta eccitato, a raggiungere dimensioni pari a sei volte le dimensioni dell'organo a riposo? 
Studente (nota appartenente a C.L.) (arrossendo terribilmente): Non saprei... 
Professore: Non lo sa proprio? Ci pensi, non è difficile! 
Studente (sempre più a disagio): Non mi viene in mente niente... 
Professore: Su, pensi alla vita di tutti i giorni... 
Studente (in grave imbarazzo): Beh... 
Professore: Forza signorina, si butti! 
Studente: Il pene? 
(scoppia un boato nell'aula) 
Professore (calmissimo): Complimenti a lei e al suo fidanzato, signorina. Comunque l'organo è la pupilla. 

Riferita come raccontata da due persone che all'epoca dei fatti (primi anni '90) erano assistenti di un docente alla facoltà di Biologia a Milano. Si riporta anche da Genova, ospedale S. Martino (1990 circa), ma c'è anche chi la dà per accaduta a Napoli 30 anni fa! 

Varianti. Un'altra versione gira per Padova, dove l'organo riproduttivo capace di ingrandirsi fino a dieci volte è l'utero. In questo caso i complimenti al ragazzo della malcapitata si sono sprecati.


Un prof alcolizzato congeda uno studente con 28 e si accascia sulla cattedra, appisolandosi. Un altro studente che deve sostenere l'esame non osa svegliarlo ed attende. Il professore, svegliandosi, vede lo studente davanti a sé e dice, ancora assonnato: "Ehmm, le va bene 28?" Lo studente accetta, ringrazia e se ne va. 


Lo studente si siede davanti alla commissione esaminatrice; il professore lo guarda con sufficienza e poi dice all'assistente: "Portate una balla di fieno per l'asino." Lo studente risponde immediatamente: "E per me un caffè, grazie!" Pare anche che questa prontezza di spirito gli abbia procurato un buon voto. 


Il professore si diverte a mettere in imbarazzo le studentesse, e inizia a chiedere a un'esaminanda: "Che cos'è quella cosa che lei ha e io no... che lei sa usare bene e io no... da cui lei trae piacere e io no...". La ragazza risponde: "Il cervello." 

Sentita a: Medicina a Novara, Giurisprudenza a Napoli (?). 


A conclusione dell'esame di Fisica I, dopo la registrazione del voto, lo studente saluta il professore dalla porta con il classico gesto dell'ombrello. L'anno dopo lo stesso professore insegna Fisica II... 

Sentita a Bologna. 


Si racconta di un professore con l'abitudine di usare un intercalare piuttosto volgare durante le lezioni. Un giorno le ragazze che seguivano il suo corso, esasperate, si misero d'accordo per uscire in blocco dall'aula alla prima parolaccia che il professore avesse pronunciato; i ragazzi, però, vennero a conoscenza della cosa e riferirono tutto al professore. 
Così il professore il giorno dopo entrò in aula dicendo: "Ho visto fuori dalla porta un elefante con un cazzo lungo così!". Immediatamente, come d'accordo, le ragazze si alzarono e fecero per andare verso la porta, ma lui le bloccò dicendo: "Non correte, è giè andato via..." 

Attribuita al professor Paolo Silvestroni, autore del famoso testo di Chimica Generale. 


Professore: Mi dica che cosa è il matrimonio. 
Studente: Il matrimonio è un contratto che... 
Professore: No. 
Studente: Il matrimonio è un contratto che... 
Professore: Noo! 
Studente: Ma sì professore: il matrimonio è un contratto che... 
Professore: NO! Il matrimonio è il contratto che... Ci vuole precisione. Torni al prossimo appello. 
Studente: Lei non è uno stronzo, lei è lo stronzo! 


Esame di Citologia: 

Professore: Mi dica, giovanotto, qualcosa del tessuto vaginale. 
Studente: Il tessuto vaginale è cigliato e... 
Professore: Mi scusi, ma ne è sicuro? 
Studente: Sì è cigliato! 
Professore: Non ricorda neppure un proverbio che ho citato al riguardo? 
Studente: Ma veramente... 
Professore: La devo bocciare, ma si ricordi: dove passa il treno non cresce l'erba. 

Sentita a Parma, Facoltà di Medicina e Chirurgia. 


Su un muro della Facoltà di Ingegneria a Milano c'è scritto: "Il mondo si divide in due: quelli che scopano e gli ingegneri". 


Un laureando modello riesce per caso a individuare un composto dalle inusitate qualità di resistenza al calore e alla trazione. Il relatore gli consiglia di non continuare comunque in quella direzione perché nella Chimica è facile trovarsi di fronte a composti che sembrano la panacea di tutti i mali e si rivelano bufale continue. Sei mesi dopo la laurea il relatore riceve la laurea ad Honorem per la scoperta di un composto dalle inusitate qualità di resistenza al calore e alla trazione. In seguito diventa Direttore del Dipartimento; da allora segue con cura i risultati di ogni ricerca e più volte ha intralciato il lavoro dei laureandi. 

Sentita al dipartimento di Chimica dell'Università di Parma. 


Si racconta che durante una lezione di chimica un professore sia entrato in laboratorio con in mano un barattolo pieno di piscio dicendo: "Due buone qualità per un chimico sono ingegno e concentrazione. L'ingegno vi potrebbe far scoprire che un metodo semplice per scoprire la presenza di zuccheri nelle urine è assaggiarle.". Detto questo mette un dito nel piscio e poi lo lecca. "Qualcuno vuole provare?" Uno studente che non crede che quello sia piscio ci mette dentro il dito e lo lecca, sentendo che era proprio piscio. Al che il professore continua: "La concentrazione invece vi potrebbe far scoprire che ho immerso il medio e ho leccato l'indice." 

Questa sa decisamente di falso, ed è stata usata anche nel film L'ospedale più pazzo del mondo. In quella versione, uno studente più furbo si accorge del trucco, cambia il dito e spara una gran diagnosi; al che il professore assaggia davvero e dice "Per me sa di piscio..." 


Professore: Se questa è una domanda, lei mi risponda. 
Studente (dopo averci pensato un attimo): Se questa è una risposta, LEI MI VALUTI. 

Accaduta a Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia. 


Professore (mostrando un mazzo di chiavi): Dunque, giovinotto, mi dimostri che queste sono mie... 
Studente (preso malissimo): Ehm, sì, quindi, ehm... 
Professore: Allora, che aspettiamo? 
Studente: Io, dunq... Aristotele... ehm... 
Professore: Se ne vada, torni al prossimo appello. 
Studente (si alza e fa per portarsi via le chiavi): Arrivederci... 
Professore: Ma che cosa fa? Dove va con le mie chiavi? 
Studente: Ah, ecco: dimostrato che sono sue! 
Professore: Promosso. 

Riferita a un imprecisato esame di filosofia. 


Il professore di Filosofia Antica chiede allo studente di esporre le confutazioni degli argomenti di Zenone che negano l'esistenza del movimento. Lo studente si alza dalla sedia, si mette a camminare, si ferma e dice: "Ecco: ho confutato Zenone". Il professore gli dice: "Bene, continui a confutarlo". Lo studente riprende a camminare. Il professore insiste: "Lo confuti vicino alla porta." Lo studente va verso la porta. Il professore prosegue: "Ora lo confuti nel corridoio." Lo studente esce nel corridoio. Al che il professore gli grida: "Ecco, ora vada pure a confutarlo a casa sua!". 


Una giovane e bella studente va alla lavagna per sostenere l'esame di Idraulica. Il professore le dà un gesso in mano, quindi dice: "Bene, signorina, dunque, vediamo un po'... Ecco, sì, mi faccia una pompa!". L'aula è esplosa in quasi un minuto d'orologio di applausi e grida varie. 

Sentita a Genova. 


Gira voce che durante un esame orale ad ingegneria a Pisa sia entrata nell'aula la moglie del docente urlandogli: "TI HO DETTO CHE DEVI SMETTERLA DI ANDARE A TROIE!" L'esame è stato rimandato a data da destinarsi. 

Il nome del professore non è stato fatto, perché lo studente che ha raccontato l'episodio doveva all'epoca ancora laurearsi. 


Durante il corso di Economia Aziendale per Ingegneria a Pisa, nell'anno accademico 19997/98, dei tizi si sono presi la briga di fare per tutto il semestra la firma di frequenza di una tale PINA BELLATO, che il professore ha ripetutamente chiamato a squarciagola durante l'appello all'esame. Provate a chiamare prima il cognome e poi il nome; ricordate che Pisa è in Toscana! 


All'esame di zoologia, il professore vuole che l'esaminando riconosca diversi animali osservando solo le zampe degli stessi. L'ennesimo studente mandato via viene richiamato dal professore quando si trova già sulla porta dell'aula, e il professore gli chiede: "Mi scusi, lei si chiama...?" Lo studente si tira su l'orlo dei pantaloni, indica le gambe e risponde: "Me lo dica lei, professore!" 


Lo studente si presenta per la decima o quindicesima volta per cercare di superare un esame con una professoressa molto cattiva e in sedia a rotelle. La professoressa, riconosciuto l'allievo, gli fa domande impossibili e l'allievo non riesce a superare l'esame; alla fine, lei guarda il ragazzo e gli dice: "Giovanotto, lei questo esame non lo farà mai!" A questo punto il ragazzo, esasperato, si alza e risponde: "Può darsi, ma lei non farà mai questo!" e si mette a saltare. 

Sentita a Lecce