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LEGGENDE METROPOLITANE 2


FURTO D’AUTO CON BOTTIGLIA

Sulla strada del ritorno verso casa dopo un’abbondante bevuta con gli amici, Mr. Jones viene fermato da una pattuglia della polizia stradale che controllava le strade del sabato notte. Sottoposto all’esame dell’etilometro, non può fare a meno di ammettere la serata alcolica e la sua colpa. Mentre gli agenti stilano il verbale, tuttavia, dall’altra parte della strada, dietro la curva avviene un grave incidente che coinvolge un grosso camion. I due poliziotti ordinano a Jones di aspettare lì e si avviano a piedi verso il luogo dell’incidente. Mr. Jones, contrito ma anche molto stanco, combatte il sonno accendendosi una sigaretta. Poi un’altra. Poi un’altra ancora. I poliziotti non tornano da dietro la curva. E’ notte fonda, ormai, e non si vede nulla. La campagna è rischiarata solo dalla luce intermittente del lampeggiatore della polizia. Jones si guarda intorno, la situazione ha qualcosa di surreale.In fondo, pensa, l’uomo, non mi hanno neanche ancora controllato i documenti, è buio, forse non hanno fatto in tempo a leggere la targa della mia macchina, quasi quasi me la filo.Detto fatto: sale in macchina, gira le chiavi nel cruscotto e se ne va. Lungo la strada ride tra sé e sé per lo scampato pericolo.Arriva a casa che è quasi l’alba. Sveglia la moglie dicendole che qualsiasi cosa succedesse, lei avrebbe dovuto dire che lui era rimasto a casa tutta la sera. Poi, esausto, si infila a letto.Un paio d’ore più tardi, due poliziotti si presentano a casa di Mr. Jones. La signora, ancora assonnata, ripete quello che le ha detto di dire il marito. I due agenti la pregano allora di accompagnarli nel garage, in modo che possano vedere l’automobile del padrone di casa.Borbottando, la signora Jones li accontenta. Immaginatevi la sua sorpresa quando nel box trova una macchina della polizia nuova fiammante con il lampeggiatore ancora acceso.

JOGGING E AVARIZIA

Ernesto è un manager ormai al crepuscolo della carriera. Sarà un pensionato giovane, comunque, attivo e in buona salute. Ha costruito la propria fortuna grazie all’attenzione nei confronti del denaro. Spese sempre assai oculate, niente distrazioni costose. Sua moglie Elda, insegnante di liceo, ha in fondo sempre apprezzato questa caratteristica del carattere del marito, considerandola un qualità. Al contrario di Claudia, la figlia che ha sviluppato nei confronti del padre una conflittualità interiore. Ernesto, infatti, allo scopo di non passare per tirchio, ha costruito nel corso degli anni una sua particolare etica del risparmio, motivando punto per punto quella che lui considera una vera e propria filosofia di vita.In questo senso, i rapporti con Claudia, pur sempre improntati a grande schiettezza, sono stati caratterizzati da un atteggiamento, più che paterno, paternalistico, impositivo, spesso addirittura coercitivo.Claudia somatizza questo rapporto bislacco.Ernesto, oltre al denaro, coltiva anche il proprio fisico. Sportivo e camminatore, non rinuncerebbe mai per niente al mondo alla sua mezz’ora di jogging mattutino nel parco vicino a casa. Ormai conosce alla perfezione non solo ogni albero e cespuglio del parco, ma anche i suoi "compagni di ginnastica", con i quali peraltro non ha mai scambiato alcun dialogo, e riconosce immediatamente ogni nuova entrata.Sveglia alle sei, corsa dalle sei e mezza alle sette-sette e un quarto, poi colazione, doccia e in ufficio tra le otto e mezza e le nove.Anche quella mattina, una mattina come tante, s’infila nella bruma del parco dopo un tragitto cronometrico: portone di casa, cento metri di marciapiedi, semaforo, (è rosso, ma continua la corsa sul posto), attraversata. All’interno, percorso classico fino alla fontana e ritorno, in senso orario, passaggio nel sentiero stretto in salita.Ecco. Quella mattina, in cima alla salita del sentiero stretto si presenta in senso antiorario un giovane sconosciuto, atletico e muscoloso, il fisico solido che Ernesto sempre aveva desiderato.Il giovane quasi non lo vede incrociandolo, gli dà un colpo con la spalla e prosegue. Ernesto, dapprima indispettito, viene successivamente colto da un dubbio riguardante la sfera a lui cara del denaro. Si ferma, ispeziona le tasche e la sua paura diventa realtà: quel maledetto gli ha fregato il portafogli. Fuori di sé per l’indignazione, ma anche per il denaro perduto, fa dietro front e si lancia all’inseguimento del ladro.Ernesto ha un gran fiato, nonostante l’età. Raggiunge lo sconosciuto presso lo stagno dei cigni dopo essersi munito di un nodoso ramo di olmo che ora brandisce a mo’ di scimitarra. Ormai deciso ad affrontare il ladro, lo supera, gli si piazza davanti minaccioso e gli intima: "Tira fuori il portafoglio, bastardo!" In realtà, la locuzione "bastardo" non è prevista nel comune linguaggio di Ernesto, né faceva parte del piano d’approccio al malvivente studiato nei pochi secondo precedenti. Un’uscita troppo cinematografica, ma che pare sortire l’effetto desiderato. Interdetto, lo sconosciuto, nonostante i muscoli in bellavista, estrae il portafogli e lo consegna senza fiatare.Sbalordito, senza nemmeno guardarlo, Ernesto se l;o infila in tasca e si allontana a lunghe falcate . E’ in ritardo per l’ufficio, accidenti al ladro. Un contrattempo che non ci voleva.Ancora stupito per l’estrema naturalezza dell’azione, torna a casa, si cambia velocemente, trasferisce il portafogli nella giacca, prende la porta e se ne va.Quella è una giornata dura: non riesce nemmeno a recarsi al bar per il panino di mezzogiorno: quando torna a casa, la sera, è stanco e affamato. La moglie e Claudia stanno chiacchierando in cucina. Ernesto coglie un brano della conversazione: "Papà sta peggiorando di brutto, sai ma’?" "Cosa ha combinato, ancora, secondo te?" "Adesso, pur di non spendere, taccagno com’è non si porta nemmeno dietro i soldi. Preferisce lasciare in salotto il portafoglio!"Ernesto strabuzza gli occhi per la sorpresa, torna sui suoi passi e non può fare a meno di notare non uno, ma due portafogli quasi identici sul tavolino del soggiorno dove è solito svuotare metodicamente le tasche quando torna a casa. Del resto, i portafogli non si somigliano tutti?Dopo un attimo di sorpresa, non può fare a meno di verificare il contenuto del nuovo portafogli.

LA SECONDA VITA DEL COCKER

Barbara Cook è una signora americana che vive da tanti anni a Napoli. Ama l’Italia e gli italiani (e in effetti ne ha sposato uno). Ama anche i cani e porta sempre con sé la sua cockerina bionda con una macchia bianca sull’orecchio sinistro, animale di grande intelligenza e altrettanto affezionato.Di quando in quando, la signora Cook torna a visitare i parenti a Denver, Colorado. Naturalmente compie tutte le pratiche per poter esportare temporaneamente anche Buci, la cockerina.Quella volta, però, a Denver la Buci si ammala. Viene portata in una di queste cliniche veterinarie supermoderne dove il medico fa una diagnosi infausta. Ma barbara non si dà per vinta. "Non c’è da fidarsi di queste cliniche dove i pazienti sono solo numeri!" dichiara e preferisce riportarla a casa dei suoi dove sarà seguita da un vecchio veterinario che aveva già curato tutti i cani di famiglia, la bastardina Lucy, prima di tutto, e poi Black, il barboncino, e Nika la femmina di boxer a cui i genitori si erano affezionati più di tutti gli altri cani. Fatto sta che questo veterinario, forse impietosito dall’affetto che Barbara nutre nei confronti dell’animale, accetta di impegnarsi a tirar fuori Buci. La speranza rinasce nel cuore della signora Cook.Dal momento che il problema di Buci è un’affezione polmonare che non riesce a essere debellata dagli antibiotici, il vecchio medico decide di creare intorno alla cagnolina un ambiente il più riparato e sterile possibile. Fa comprare a Barbara delle speciali lampade solari che mantengono una temperatura costante nella camera, fa nebulizzare costantemente nell’aria uno speciale unguento balsamico di origine cinese, prescrive una specie di cocktail di antibiotici, anti infiammatori, mucolitici e chi più ne ha più ne metta, che la povera Buci subisce con grande dedizione. Ma il decorso, nonostante un breve momento di ripresa, procede secondo quanto già suo tempo diagnosticato dal veterinario. Barbara si sentiva già da qualche giorno che la cosa non si sarebbe risolta. Decide tuttavia di riportare Buci a Napoli per poterla almeno seppellire nel giardino di casa dove lei era solita nascondere i suoi ossi.Come era prevedibile, poco prima dello scalo di Parigi, Buci passa a miglior vita e il comandante dovrebbe, secondo le leggi, consegnare il corpicino alle autorità sanitarie francesi. Ma Barbara è decisa a riportarsi a Napoli la sua cagnolina a ogni costo e considerati anche gli umori degli altri passeggeri che nel frattempo avevano preso a cuore il caso di Buci, decide di far finta di nulla e trasportare la piccola salma fino a destinazione. Solo, chiede alla signora di acconsentire che venga sistemata in una scatola nella stiva per ragioni igieniche. E così succede.Il viaggio prosegue fino all’atterraggio a Capodichino.Ma quando Barbara Coke si reca a ritirare il feretro di cartone, scopre, con una sorpresa che le è quasi fatale, che il contenuto non è altro che una cockerina bionda esattamente come Buci, ma viva! Sviene lì per lì, lunga distesa sul pavimento.Gli addetti al ritiro dei bagagli, per evitare di essere in qualche modo coinvolti in una storia di animali deceduti nella stiva, avevano fatto colletta e spedito uno di loro, che ha uno zio allevatore di cani, ad acquistare un cocker spaniel femmina con una macchia bianca sull’orecchio sinistro. E l’avevano trovato!

IN UN SALTO SONO DA TE!

"Aiuto, sono in trappola!"Una voce flebile trapela nella notte tra i muri del Grand Hotel di Beverly Hills fino a giungere alle incredule orecchie di Mr. Bill Paxton.Mr. Paxton, nel dormiveglia che annuncia il sonno, viene insistentemente strappato dalle braccia di morfeo dalla debole, inquietante richiesta d’aiuto. Alla prima, istintivamente si volta sull’altro fianco, ma poi la vocina si fa strada arrancando sta gli stadi della coscienza e lo risveglia completamente. "Aiutatemi... Sono in trappola!"Non c’è dubbio. Qualcuno è in pericolo, decuce Mr. Paxton guardandosi intorno nella sua camera semibuia. Accosta l’orecchio al muro, poi usa un bicchiere per amplificare il suono, ma non riesce a localizzare la provenienza del mayday. Esce in pigiama dalla camera, e la voce non si sente più. Decide allora di chiamare la sicurezza interna dell’albergo.I due marcantoni che sopraggiungono di lì a poco con l’aria annoiata guardano Mr. Paxton come un marziano. E’ sicuro di aver udito esattamente aiuto sono in trappola?, o magari l’ha solo sognato? qui non si sente nulla.E in effetti, le implorazioni erano cessate. E se ne torni a letto, Mr... Mr.? "Paxton, sono Paxton." E va bene, Mr. Paxton, come dicevo, se ne torni a dormire, che montiamo noi di guardia, si raccomanda uno dei guardiani con tono canzonatorio.Più tardi, la mattina seguente, Mr. Paxton scende nella hall per raggiungere il locale dove si consuma il breakfast. Passando, nota gli infermieri di un’ambulanza portare via in barella un uomo di cui riesce a scorgere solo uno strano copricapo rosso e blu. Si avvicina ai due guardiani, gli stessi che lui aveva chiamato nella notte."Cosa diavolo è successo?", domanda Paxton. "Ah, è lei, mister... pare che avesse ragione a proposito di quella richiesta d’aiuto. Proprio una donna, come diceva. Con la differenza che non era esattamente lei in difficoltà. Piuttosto il marito, poveretto.Pensi che quando siamo entrati sfondando la porta della camera, abbiamo trovato la moglie legata al letto e imbavagliata, completamente nuda. E suo marito svenuto sul pavimento di fianco al letto. Pare che sia una nuova moda: lui sale sull’armadio e poi si lancia sul letto dove lei giace legata e finge di volerla liberare, in realtà lei si immagina benissimo che cosa intenda fare, quel tipo. Eh? Bè, questo qui nella traiettoria tra l’armadio e il letto ha incrociato un ventilatore a pale. Acceso. Si è preso una bella botta, già.""Ma dimentichi un elemento importante, amico" interviene il secondo guardiano. "Ah, sì? Ah, certo. Dimenticavo, signor Paxton. Lei non ci crederà, ma quel tipo era vestito da Uomo Ragno!"

LA VEDOVA D’ORO

Due camionisti. Scendono dal traghetto a Civitavecchia. E si dirigono per la strada stretta che va a Viterbo. L’aria è frizzante e profumata di primavera. Profuma di lavanda e tiglio. Intenso.Dunque, i ragazzi conducono il bestione con mano sicura ma dopo un po’ gli viene fame. Uno dei due, lo chiameremo G., si ricorda di una locanda poco lontana tenuta da una signora simpatica e con una gran cucina. Decidono di andarci, sempre che G. riesca a ritrovare la strada. Sta guidando il suo amico, che chiameremo F. Segue le indicazioni. La locanda dell’Angelo Nero. Strano, G. si ricorda che si chiamava solo Locanda dell’Angelo. F. si domanda perché mai abbia cambiato nome: riuscirà abbastanza presto a darsi da solo una risposta."Non è cambiato nulla" esclama allegro G. scendendo dal camion. Non il giardino curato, non l’ingresso, semplice, ma di gran classe, non le tende di candido lino pesante alle finestre. Solo l’insegna, con quell’aggiunta di Nero.Alla concierge, chiedono due camere per la notte e G. domanda al ragazzo che lo accompagna nella sua perché hanno cambiato il nome della locanda. "Da quando è morto il marito, la signora M. osserva un lutto stretto."E in effetti, la donna, che governa ancora la cucina con mano ferma e si occupa personalmente dei clienti ai tavoli è vestita con un’elegante tunica nera. E’ bella come G. se la ricordava, e anche F. ne è ammaliato. Per il resto, ai due uomini non sembra vestita a lutto, anzi, la trovano terribilmente sexy in quella mise e lei è allegra e affabile come non mai. Non ci sono altri clienti a parte una coppia che appena finito di cenare si ritira in camera. Così M. si ferma a chiacchierare con i due ragazzi e ride e scherza tutta la sera e offre loro una bottiglia di vino speciale d’ Alsazia. Si fa tardi, i tre si congedano augurandosi la buonanotte. Ma F. non ha voglia di dormire. Decide che si vive una volta sola e osa bussare alla camera della donna. La porta magicamente si apre, il cuore di F. batte all’impazzata. M. concede a F. una notte d’amore indimenticabile.Alle prime luci dell’alba F., che non vuole farsi sorprendere dall’amico, se ne torna in camera sua e s’infila nel letto per un’oretta almeno di sonno ristoratore; "Ah, che donna fantastica!"La mattina, al momento di pagare il conto e congedarsi, la signora M. prende in disparte F. e gli chiede: "Ho visto che avete firmato tutti e due il registro, ma dimmi qual è il numero della tua stanza, sai non vorrei fare confusione, tra di voi." e F. le dà il numero della camera di G.Nove mesi dopo quella notte, qualcuno suona con vigore il campanello dell’appartamento di F. E’ G., trafelato, con una lettera in mano. Ha fatto di corsa la strada che separa la sua da casa dell’amico."Non ci posso credere! Pensa, una cosa incredibile. Ho ricevuto questa lettera da un notaio di Viterbo. Ti ricordi quella simpatica vedova, la padrona di quella locanda dell’ Angelo Nero dove ci siamo fermati la primavera scorsa? Bè, è morta, poverina. Ma quel che è più strabiliante, è il fatto che mi abbia nominato suo erede universale, lasciandomi la locanda e anche un bel gruzzolo!"

POSSO CHIAMARLA PAPA’?

Ipermercato. Gli altoparlanti diffondono musica rock. La radio annuncia il nuovo disco di Cher. La si vede anche cantare da diversi monitor accesi.Filippo, spingendo il carrello, passa davanti ad esse. Detesta far la spesa per tutta la famiglia e detesta non avere i soldi per comprare quella chitarra elettrica che ha visto nel reparto "Non solo cibo"Mentre guarda sospirando la chitarra Gibson ben più bella della sua scassatissima seppur gloriosa Eko appartenuta a suo papà, guarda anche le casse. Nota anche, nella traiettoria, un signore in doppiopetto e l’aria altezzosa con la figlia. Anrà cinque - sei anni meno di me, pensa il ragazzo. Sobbalza al pensiero di un’azione malandrina che gli è appena venuta in mente. Diabolica. Il vero problema è affascinare la ragazzina.Così pensando, Filippo indietreggia contro una pila di scatolette che gli rovina addosso , sommergendolo. La ragazzina non può fare a meno di esplodere in una risata argentina: è fatta! lo va a aiutare a rimettere in ordine prima che arrivi il temibile direttore del supermercato.Filippo intanto rimugina tra sé e le chiede: - E’ tuo papà?- poi, come se avesse avuto un’idea improvvisa, se ne esce con un inaspettato:-Certo che deve essere bello avere un papà!Intanto il padre, che come tutti i padri è geloso della sua bambina interviene: -Lascia stare quel balordo, ci penserà lui a mettere a posto... che ti stava dicendo?Bambina: -Quanto dev’essere bello avere un papà... Lui è orfano.Filippo, inserendosi: - Già...E’ così triste fare la spesa da solo sapendo che a casa non c’è nessuno ad aspettarmi, -poi, come parlando fra sé e sé- a volte mi incanto a guardare le famiglie con i carrelli.L’uomo è in imbarazzo. Guarda la figlia e poi Filippo. E’ chiaro che per un attimo le sue difese sono calate. E’ il momento per tirare l’affondo; Filippo si è nuovamente chinato a raccogliere i barattoli. Ora guarda l’uomo dal basso, con aria umile e incerta:-Ecco, finché siamo qua dentro...potrei...potrei fare la spesa vicino a voi? - E... potrei chiamarla papà?Ottenuto il permesso, il ragazzo ordina la chitarra che aveva visto in esposizione, e la mette nel suo carrello. Poi precede gli altri due alla cassa. - Sai, ho anche un altro figlio, che ha più o meno la tua età -gli dice il padre della ragazzina- anche a lui piacciono le chitarre...-E che fa, studia? chiede Filippo-Studiare, lui? Sei matto... quello vuole fare strada nella vita!Dopo aver fatto scattare il bit magnetico sul tapis roulant della cassa la chitarra viene brandita per un attimo da Filippo, che con naturalezza la mostra all’uomo.-Allora ti piace davvero la chitarra, papà?-Ah, sì... è bellissima!Arrivato alla cassa, Filippo confida in un orecchio alla cassiera: -Sa, è un regalo per la promozione!Cassiera: -Complimenti!Artrivato al momento di pagare, come se fosse implicito che lui non maneggia denaro dice sempre sottovoce alla cassiera: -Paga papà.Poi, a voce alta, per farsi sentire al di là della cassa:-Ciao, papà! Comincio a mettere questo in macchina... ci vediamo fuori.E l’uomo: -Sì, sì, certo, figliolo...Dopo aver insacchettato ben bene la spesa, anche per il ‘padre" è arrivato il momento del conto. La cassiera sorridente rivolgendosi alla bambina:-Anche tu sei stata promossa?Filippo corre a perdifiato per la città. All’ipermercato. Coda alla cassa. Il padre della bambina è tenuto d’occhio da due agenti della sicurezza. Uno gli sta dicendo: -Ci hai provato, eh?La folla osserva con curiosità e riprovazione. La cassiera sta dicendo all’altro agente: -Era suo figlio, altro che storie... lo chiamava papà!

AH, LES FILCS SONT CHIC!

Janet Galbraith, turista americana in vacanza nella Francia del sud con suo marito, lo sta aspettando all’angolo di una strada. Come capita spesso alle signore americane della middle class è vestita con colori sgargianti, sfoggia un’abbronzatura chiaramente artificiale, trucco pesante, fondotinta, capelli biondissimi e cotonati, minigonna. Borsetta."Ci vuole seguire, signora?" I due flic non hanno dubbi, si tratta di una prostituta. Purtroppo, la signora non ha con sé i documenti che ha lasciato all’albergo e le difficoltà con la lingua non fanno che ingigantire l’equivoco. I due poliziotti francesi, poi, si rivelano, diciamo così, piuttosto intransigenti. Janet viene caricata suo malgrado sulla macchina della polizia e condotta al commissariato. Uno dei due poliziotti, nel frattempo ha già stilato il suo rapporto denuncia dove motiva con varie deduzioni da poliziotto la sua convinzione che si tratti proprio di una prostituta sorpresa ad esercitare, oltre tutto, senza licenza.Passa qualche ora e il marito di Janet, non poco preoccupato, la ritrova finalmente negli uffici della polizia e parlando in un francese impeccabile chiarisce l’equivoco ottenendo le scuse del commissario. Il poliziotto, tuttavia, fa notare al suo superiore che un rapporto denuncia è, appunto, una denuncia a tutti gli effetti e che come tale deve fare il suo corso. Il commissario ammette che il suo sottoposto ha ragione e consiglia la coppia di recarsi il mattino dopo presso il tribunale e risolvere la faccenda, se vogliono evitare l’inevitabile processo con quel che segue.Il mattino dopo il giudice è chiarissimo: il costo del procedimento di annullamento della denuncia del poliziotto è dieci volte quello dell’acquisto di una licenza per esercitare il mestiere più antico del mondo: se la signora decidesse di ottenere la licenza oggi stesso, la denuncia decadrebbe automaticamente senza ulteriori spese.Pragmaticamente, l’americana sceglie la seconda soluzione. Prostituta patentata!

IL CAPPUCCINO DOPPIO

Un’anziana signora impellicciata e adornata come si conviene di braccialetti anelli e orecchini, in preda a un certo languore dopo aver concluso il suo giro di shopping in un grande magazzino si reca al bar dell’ultimo piano intenzionata a godersi un cappuccino con brioche alla crema. Si siede, appende il sacchetto con le compere all’apposito gancio posto sotto al piano del tavolino, poi ordina la sua merenda. Davanti alla bevanda fumante e al suo croissant preferito si accorge che il cameriere non le ha portato i tovagliolini di carta di cui lei non può fare a meno. Pazienza! si alza e se li va a prendere al banco. Anzi ne prende un bel po’, anche per casa.Tornata al tavolo, si accorge che un signore di pelle scura, un africano, sta intingendo la brioche nel suo cappuccino come se niente fosse! Indispettita ma decisa a far valere le sue ragioni si siede davanti all’uomo di colore e in tono di sfida prende un po’ della brioche e la intinge anche lei nel cappuccino. La scena va avanti per un po’, finché l’africano non si alza, ordina un cappuccino e una brioche alla crema e li mette davanti alla signora.La vecchietta lancia un’occhiata severa all’uomo, afferra brioche e cappuccino e comincia a mangiare con avidità. Per fortuna che l’ha capita, mormora tra sé e sé.Dopo aver terminato la sua consumazione, l’uomo si alza e se ne va. La signora gongola per la rivincita inflitta a quello screanzato, di certo un potenziale delinquente.Dopo qualche decina di minuti, soddisfatta, prima di alzarsi per tornare a casa ispeziona la parte inferiore del tavolino per cercare il suo sacchetto con gli acquisti, ma li sacchetto non c’è! Al ladro! grida con un filo di voce che in gola ha ancora un poco di brioche alla crema. Gli altri avventori si voltano e vedono l’anziana impellicciata in piedi guardarsi intorno come una furia.Lo sguardo le cade poi su un cappuccino e una brioche alla crema su un tavolino vuoto pochi metri più in là."Hmm -pensa la signora- che quel sacchetto appeso sotto al tavolo non sia per caso il mio?" E com’è arrivata, se ne va.

DISCRIMINAZIONE DISCRIMINATA

Mr. Gay, impiegato di una compagnia aerea americana, ha acquistato un biglietto a prezzo scontato sulla linea Minneapolis-Los Angeles. Salito sull’aereo, trova il suo posto occupato e si siede in un altro libero lì vicino.Dal momento che per un errore nell’assegnazione della lista di prenotazione l’aereo risulta aver imbarcato più passeggeri dei posti disponibili, lo steward si avvicina a quello che presume essere di Mr. Gay e gli domanda: "lei è Gay?". L’uomo, stupito e indispettito, che non poteva certo notare la G maiuscola, ammette di essere gay. "Allora prenda il suo bagaglio e scenda, la prego."Mr. Gay, che ha capito, a sua volta si alza e esclama "Io sono Gay!"e viene invitato anche lui a lasciare l’aereo. Per sovrannumero un altro passeggero si alza ed esclama: "Anch’io sono gay! Ma dannazione non vorrà farci scendere tutti!"

NAPLES IN SWITZERLAND

Set di uno spot pubblicitario a Lugano. Una coproduzione italo-svizzera, diretta dal famoso regista Sonny Grosso.L'ingegnere Bartolozzi ha deciso di pubblicizzare il suo nuovo modello di pistola scacciacani, rumorosa e innocua replica delle famose Automatiche Beretta.Sonny Grosso vuol essere ben pagato, ma è il migliore sulla piazza. Le sue pubblicità hanno reso miliardi.Così Bartolozzi di Verbania abbandona l'Italia e si sposta in Svizzera per quindici giorni. Sonny Grosso gli ha promesso di ricostruire uno scenario da bassifondi di Napoli.Un attore interpreterà un killer che fugge ai suoi inseguitori e ha con sé la colt Bartolozzi. Il killer sparerà a salve sulla polizia, appostato dietro alcuni sacchi di spazzatura. Due vecchi cani trovatisi lì per caso, spaventati dal rumore, usciranno allo scoperto e mettendosi a latrare indicheranno il rifugio del killer. I finti poliziotti avranno così buon gioco sul malvivente.Sonny Grosso per ricreare l'atmosfera ha caricato furgoni di spazzatura in Italia e li ha portati a Lugano.Trasformare linde strade della Svizzera in un sobborgo campano è un'impresa costosa.E così si succedono giorni di preparazione sotto la vigilanza di Sonny e i brontolii di stomaco dell'ingegnere.Il giorno stesso delle prime riprese, Bartolozzi chiede una pausa pranzo anticipata. Generoso com'è invita tutto lo staff tecnico-creativo a mangiare.Sonny Grosso si oppone, ma l'ingegnere sa essere convincente:-Ma come? Un vero uomo come lei! A stomaco pieno si lavora meglio! Ho trovato un ristorantino dietro l'angolo...Così si spostano tutti, sapendo che dove va Bartolozzi si mangia da re. O forse per tre.Eccola lì la grande tavolata. Tortine di patate, gruière che trasuda prosperità. Un ottimo stagionato Merlot del Ticino a riempire le bocche.Durante il caffé corretto con grappe di frutta intonano un canto di montagna.Sonny Grosso, pensa a Hollywood e si dice che tutto il mondo è paese. A Los Angeles Bartolozzi ci starebbe bene.Beverly Hills Hotel compreso.Quano ritornano sul set, con l'occhio pendulo da vino e il sorriso senza remore, trovano il nulla filosofico che ben si attaglia alle loro coscienze.Nulla. Non c'è più niente.Gli svizzeri hanno pulito tutto, portato via ogni cosa. Non c'è traccia di immondizia.Lo spot Bartolozzi va in fumo, non si può più fare.Tornato in Italia il Bartolozzi si dà alla New Age.E Sonny Grosso con lui.